Visitare Scicli significa fare un tuffo nel barocco, che in questo paesino della Sicilia sud-orientale, si concretizza in un tripudio di palazzi civili e religiosi, che si susseguono ininterrottamente lungo le vie principali del centro storico.
Il celebre scrittore e critico letterario Elio Vittorini, in una sua opera, mette in bocca ad uno dei personaggi, la seguente descrizione: “È la più bella città che abbiamo vista. Più di Piazza Almerina. Più di Caltagirone. Più di Ragusa, e più di Nicosia, e più di Enna… Forse è la più bella di tutte le città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle…”.
Molto probabilmente non tutti i circa 26.000 abitanti di Scicli saranno sempre felici e sereni, ma sul resto lo scrittore non si sbagliava: Scicli è davvero una delle più belle città del mondo, tanto che l’UNESCO l’ha voluta inserire nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità, insieme ad altri sette paesini tardo barocchi della Val di Noto.
Visitare Scicli, oltre a regalarti l’imperdibile occasione di ammirare alcuni fra gli esempi più notevoli di architettura barocca, potrebbe anche offrirti un’inaspettata sorpresa: potresti entrare in città e avere la sensazione di vivere un fortissimo deja-vu, potrebbe capitarti di pensare di aver già visto quel palazzo, di aver già camminato per quella via o addirittura di esser già entrato in quel portone.
Tranquillo, non è un’esperienza paranormale, né stai rivivendo una vita passata. La vera ragione per cui ti sembra di essere già stato a Scicli è che qui sono stati girati quasi tutti gli episodi della celebre serie Tv Montalbano, quindi, in realtà, chissà quante volte avrai visto questi posti, soprattutto se sei un fan del famoso commissario!
Pensa che fra le cose da vedere a Scicli c’è anche il Palazzo Comunale, pregiatissimo esempio di architettura barocca, che durante le riprese del telefilm è diventato il Commissariato di Polizia del fantomatico paesino di Vigata, in cui lavorava il poliziotto più amato della TV e da cui partivano, sgommando, le volanti della polizia, pronte a catturare il malfattore di turno e a far vincere la giustizia.
Ma la vera storia di Scicli non è sempre stata contrassegnata dal lieto fine: oltre alle dominazioni romana, saracena e normanna, il paesino siciliano ha dovuto anche risorgere dalle ceneri del catastrofico terremoto del 1693, che devastò la Sicilia orientale e che in questo piccolo centro fece circa 3000 morti.
Triste dirlo, ma è proprio grazie a quel terremoto, però, che questa cittadina è una delle mete imperdibili della Sicilia meridionale e che, tra i luoghi da visitare a Scicli, occupino il primo posto proprio il gran numero di palazzi e chiese barocche, costruite subito dopo il devastante sisma, durante l’opera di ricostruzione della città.
Cosa vedere a Scicli
Inutile girarci intorno: nella lista dei luoghi da visitare a Scicli troverai tutte le chiese e tutti i palazzi del tardo barocco, quelli che danno lustro alla città, oltre che a farne uno dei centri turistici più importanti di tutta la Val di Noto.
Ma mentre vai a caccia di questi tesori, non dimenticare di guardarti intorno. Scicli sembra un piccolo presepe, soprattutto al tramonto, quando le luci si accendono e sottolineano il candore delle suggestive abitazioni, costruite in pietra calcarea, e l’eleganza dei suoi edifici barocchi. A Scicli ci sono davvero tanti luoghi da visitare e se hai intenzione di costruire un itinerario intorno ai siti di maggior interesse storico, non potrai fare a meno di partire da Piazza Italia, nodo urbanistico della città e sede di pregiatissimi esempi di barocco siciliano. Pronto per visitare Scicli?
1Chiesa Madre di Sant’Ignazio
Passeggiando per Piazza Italia, verrai subito colpito dal fascino discreto della Chiesa Madre di Sant’Ignazio, anche conosciuta come San Guglielmo. In effetti, questo edificio religioso ospita nel suo nome entrambi i santi: divenuto Chiesa Madre nel 1874, quando ancora si chiamava Sant’Ignazio, gli venne infatti aggiunto il titolo di San Guglielmo solo nel 1986.
Costruita grazie al volere di una grande famiglia mecenate della città, i Miccichè, la Chiesa Madre venne completamente distrutta dal terremoto del 1693 e la sua ricostruzione finì solo nel 1751, così come risulta da un’annotazione sulla facciata dell’edificio.
Se esternamente la facciata colpisce per il rosone, le statue e le preziose decorazioni marmoree, è all’interno che questa chiesa custodisce alcuni fra i tesori più preziosi di Scicli: oltre alle spoglie mortali di San Guglielmo, patrimonio dei fedeli, Sant’Ignazio custodisce anche una suggestiva statua di cartapesta della Madonna che calpesta due turchi, un’urna reliquiaria, un organo di stile barocco, un pregevole altare marmoreo e un affascinante pulpito in legno.
2Palazzo Fava
In fondo a Piazza Italia, avrai l’occasione di vedere uno dei più pregevoli esempi di architettura civile tardo barocca. Palazzo Fava fu uno dei primi edifici realizzati dall’intensa ricostruzione post-terremoto e rientra a pieno titolo fra i luoghi da visitare a Scicli.
La facciata è arricchita da un portale finemente decorato, ma ciò che ti lascerà a bocca aperta saranno le decorazioni che insistono sulle mensole dei balconi: grifoni, visi barbuti e cavalli alati, in pieno rispetto della tradizione di Noto, regalano a questo palazzo un’aurea inquietante e affascinante allo stesso tempo.
3Chiesa di San Bartolomeo
Percorrendo Via San Bartolomeo in direzione sud, in soli 12 minuti di cammino arriverai alla Chiesa di San Bartolomeo, uno dei monumenti più importanti della città e una fra le cose da non perdere a Scicli.
Incastonata come una perla nell’ostrica, la Chiesa di San Bartolomeo sorge inserita fra due ripidi pendii, una sorta di canyon naturale in cui l’edificio si staglia in tutta la sua maestosità. La facciata è un riuscitissimo mix fra gusto barocco e stile neoclassico, con la presenza di numerose colonne e un’organizzazione architettonica decisamente più razionale, rispetto la pomposa interpretazione barocca.
Incredibile, ma vero, questa chiesa resistette al terribile terremoto della Val di Noto e per questo motivo vanta il titolo di chiesa più antica della città. Prenditi qualche minuto ed entra a visitare l’interno: vale la pena ammirare gli eleganti affreschi sulla volta della navata, la pala d’Altare, che raffigura il martirio di San Bartolomeo, e un presepe ligneo del 1573, di scuola napoletana, attribuito a Pietro Padula. Ma adesso, rimettiti in cammino vero Piazza Italia, percorri Via Duca d’Aosta e raggiungi Palazzo Beneventano.
4Palazzo Beneventano
Quest’edificio è uno dei più entusiasmanti esempi di architettura barocca, nonché uno dei posti da visitare a Scicli. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, ti affascinerà subito con la sua eleganza e il suo aspetto vagamente inquietante.
Il palazzo offre alla vista i due prospetti, magnificamente decorati e separati da un cornicione angolare, impreziosito da due teste di moro, nella porzione superiore, e dalla statua di San Giuseppe, in quella inferiore.
Ma ciò che rende questo palazzo degno di nota e ammirazione, sono i mensoloni che sorreggono gli eleganti balconi, protetti da ringhiere in ferro battuto: animali di fantasia, mascheroni, ma soprattutto volti ispirati ai temuti Saraceni, che all’epoca violavano spesso e volentieri queste terre, incutono timore e rispetto con i loro ghigni e smorfie terrificanti. Un edificio decisamente bizzarro, ma non per questo meno affascinante e significativo. E adesso, sei pronto per visitare il Commissariato di Polizia di Montalbano?
5Palazzo Comunale
Da Palazzo Beneventano, percorri Via Nazionale in direzione nord e quando arrivi all’incrocio con Via Francesco Mormino Penna, svolta a sinistra ed addentrati nel vero e proprio salotto della città. Qui la commistione fra lo stile barocco delle chiese e il gusto neoclassico dei palazzi nobiliari ti avvolgerà con tutta la sua magnificenza. Non a caso, questa strada è stata riconosciuta come Bene dell’Umanità dall’UNESCO, nel 2002.
Il primo palazzo che incontrerai durante la tua passeggiata sarà il Palazzo Comunale, conosciuto dai fan del commissario siciliano più celebre della Tv come sede della centrale di polizia. Edificato fra il 1902 e il 1906, restituisce esattamente l’aria istituzionale che gli si voleva dare. Progettato da Sallicano e Cartia, il Palazzo Comunale ricalca i dettami dell’architettura neo-rinascimentale e, nei suoi interni, custodisce l’elegantissimo ufficio del sindaco, decorato in stile liberty e arredato con mobilio originario dell’epoca.
6Chiesa di San Giovanni Evangelista
Proseguendo nel salotto cittadino, subito sulla destra del Palazzo Comunale, la tua attenzione sarà attirata dalla splendida Chiesa di San Giovanni Evangelista. Fondata nel 1300 dalla Confraternita dei Nobili Bianchi, dediti alle opere di carità, la chiesa viene distrutta dal terremoto del 1693 e solo nel 1760 venne chiamato l’architetto Fra Alberto Maria di San Giovanni Battista per ristrutturarla.
Gli amanti del Borromini non avranno alcuna difficoltà a ritrovare nella facciata l’influenza del celebre scultore, autore di alcune delle più belle chiese e fontane di Roma: di forma concava-convessa, il prospetto presenta colonne ioniche, colonne corinzie e un delizioso balconcino in ferro battuto.
Prima di continuare la passeggiata, sali i pochi gradini che ti separano dall’ingresso ed entra in questa chiesa: gli affreschi e le fini decorazioni dorate che arricchiscono l’edificio religioso ti affascineranno. Inoltre, qui è custodita un’opera di provenienza spagnola e risalente al XVII secolo, il “Cristo di Burgos”, che ti stupirà per l’insolita raffigurazione di Gesù, ritratto mentre indossa una lunga veste sacerdotale: pensa che gli sciclitani, con il loro proverbiale senso dell’humor, lo chiamano il Cristo in gonnella! Un modo di rendere Gesù ancora più umano, che nulla toglie al senso del sacro che alberga in ogni vero siciliano.
Prima di uscire e proseguire la tua passeggiata, non dimenticare di dare un’occhiata all’organo del 1841, e al crocifisso ligneo di pregiata fattura, risalente all’incirca al Quattrocento.
7Antica Farmacia Cartia
Proseguendo lungo la splendida Via Penna, al numero 24, preparati a fare un tuffo nel passato. Tra i luoghi da visitare a Scicli, l’antica Farmacia Cartia merita certamente una menzione, sebbene non rientri della lista delle chiese, né dei palazzi storici. Tuttavia, è una sorta di piccolo museo, che conserva intatti il mobilio e l’atmosfera delle antiche farmacie di inizio secolo.
La farmacia apre nel 1902 e il suo proprietario, Guglielmo Cartia, chiede espressamente che le vetrinette e gli scaffali, in cui riporre barattoli e ampolle, fossero realizzati sul modello di quelli della farmacia Spadaro-Ventura di Catania. Il risultato? Un piccolo gioiello in stile Liberty, che conserva ancora bilancini, ceramiche e boccette, gli strumenti di lavoro della famiglia Cartia, che per tre generazioni ha dispensato cure a base di erbe e prodotti naturali.
Nel 2002, quando Via Francesco Mormino Penna è divenuta Patrimonio dell’Umanità, la Farmacia Cartia ha chiuso i battenti, diventando una sorta di museo di se stessa e della scienza farmaceutica di inizio secolo. La visita della farmacia dura all’incirca una trentina di minuti: non te la perdere, la sola vista dell’antico registratore di cassa e del dipinto in stile Liberty sullo specchio dietro il bancone valgono, da soli, il tempo che le concederai.
8Chiesa di San Michele Arcangelo
Pochi passi più avanti, sulla sinistra, ti troverai davanti la graziosa Chiesa di San Michele Arcangelo, una delle più antiche della città e senz’altro uno dei luoghi da visitare a Scicli. Ricostruita dopo il terremoto dall’architetto Alessi, la particolarità di questo edificio sta nel fatto che nel ristrutturarlo, il progettista fece in modo che non celasse allo sguardo la retrostante Chiesa di Santa Teresa.
L’interno è elegantemente decorato con stucchi, affreschi, statue e dipinti, che sprigionano colori e determinano volumi, mentre l’organo collocato su una balconata sorretta da colonne è contornato dalla riproduzione di strumenti musicali, che ne sottolineano funzione e valore.
Ma adesso, gambe in spalle: l’itinerario turistico è ancora molto lungo!
9Palazzo Spadaro
Continuando a camminare su Via Penna, ti accorgerai che a un certo punto la strada comincia a curvare. Ecco, è proprio lì, su quella leggera curvatura, che sorge Palazzo Spadaro, uno dei posti da vedere a Scicli, non solo per la sua rinomanza storico artistica, ma anche per quanto può raccontarci della vita, degli usi e dei costumi delle genti dei secoli passati.
Il palazzo fu costruito durante il 1700 e fu per moltissimo tempo la dimora della famiglia Spadaro, il cui simbolo, il leone rampante, campeggia sul portone principale dell’edificio. Esternamente l’edificio si presenta alquanto sobrio, ma il punto di forza è rappresentato dall’eleganza sprigionata dagli otto balconcini, protetti da ringhiere in ferro battuto di forma convessa. Questa particolare linea non solo rispondeva ad esigenze estetiche, ma si concretizzava come una necessità di tipo pratico, visto che tale curvatura era indispensabile per permettere alle dame di affacciarsi ai balconi, nonostante il notevole volume degli abiti dell’epoca.
Negli interni, invece, lo sfarzo è evidente. Affacciate sulla via principale, ci sono le 8 stanze finemente decorate con stucchi, intarsi e tendaggi, mentre nell’ala nord insistono altri piccoli locali, probabilmente destinati a luoghi in cui fumare o prendere il tè.
L’edificio è disseminato di opere del maestro Raffaele Scalia, ma sono due i dipinti che attireranno la tua attenzione, soprattutto quando verrai a conoscenza di questa curiosità. I titoli di queste due opere sono “Ricchezza” e “Povertà”: bene, devi sapere che, alla faccia del politicamente corretto, il primo fu collocato presso l’ingresso principale, utilizzato dalla famiglia Spadaro, il secondo trovò posto a fianco del portone utilizzato dalla servitù. Oggi non sarebbe di buon gusto, ma all’epoca non ci si faceva alcun problema nell’ostentare opulenza e ribadire la propria posizione sociale.
10Museo del Costume
Vale la pena percorrere tutta la splendida Via Penna non solo per ammirarne l’eleganza, ma anche per arrivare al Museo del Costume, allestito nell’ex Monastero di San Michele. Il suo nome richiama abiti e accessori, ma in questo museo vi è molto di più: il paziente lavoro dei coniugi Portelli, iniziato negli anni 90, seguendo una puntuale ricerca etnografica, è riuscito a raccontare con oggetti, audiovisivi e fotografie l’antico patrimonio di saperi ed usanze del secolo scorso.
Abiti, quindi, ma non solo. Vi sono sezioni dedicate al mondo della cucina, con utensili, cibi e ricette dei tempi andati, angoli che custodiscono accessori come borse e cappelli, nonché una curiosa zona chiamata “Lavori donneschi”, che espone gli strumenti e i manufatti utilizzati dalle donne nello svolgimento del lavoro domestico. Un salto nel passato, che ti consentirà, inoltre, di riposarti un attimo, perché Via Francesco Mormino Penna è terminata ed è ora di inoltrarsi in città.
11Chiesa di Santa Teresa
Subito dopo il Museo del Costume, svoltando a sinistra, ti imbatterai nella Chiesa di Santa Teresa, piccola, ma davvero molto graziosa. La facciata rettangolare, fortemente squadrata, è ingentilita da un insolito rosone quadrangolare, decorato con motivi floreali e una piccola balaustra.
La chiesa, all’interno, custodisce un tripudio di arte barocca, arricchita da altari lignei, ma ciò che attirerà la tua curiosità saranno quelle finestre, evidentemente murate. A cosa servivano? Una era utilizzata dalle suore di clausura, che vivevano nell’annesso Monastero dei Carmelitani Scalzi, per prendere la comunione, una per permettere alle monache di accedere alla confessione e la terza veniva usata come “ruota degli esposti”, il luogo dove venivano abbandonati i neonati non desiderati, in modo che potessero essere allevati dalle suore o adottati da famiglie caritatevoli.
12Chiesa della Madonna del Carmine
Adesso torna sui tuoi passi e dirigiti verso nord, lungo Via Aleardi, fino alla Chiesa della Madonna del Carmine. Elegante e finemente decorata, la facciata di quest’edificio religioso è realizzata in stile rococò, che contrasta con l’interno, totalmente bianco, impreziosito da affreschi e stucchi.
I sei altari marmorei sono circondati dalle tele realizzate dal pittore settecentesco Costantino Carasi di Noto ed esaltati da un Crocifisso in legno di pregiata fattura. Di notevole interesse artistico è la statua della Madonna del Carmine con Gesù in braccio, che ti colpirà per il drappeggio realizzato in argento, con decorazioni floreali.
13Chiesa Santa Maria della Croce
Ma adesso abbandona per un attimo la città e dirigiti verso le colline che la circondano, per vedere uno dei luoghi da visitare più suggestivi di Scicli. In realtà, più che una chiesa, questo è un vero e proprio complesso religioso, che comprende una chiesa, un convento, un oratorio e ben due cortili.
Fondato dai frati francescani, il complesso resistette alla furia del terremoto e oggi è uno dei luoghi più antichi della città. Non aspettarti lo splendore delle chiese cittadine: il luogo è estremamente spoglio, ma è inserito in una cornice che ti lascerà senza fiato. Le austere celle dei monaci, infatti, lasciano presto il posto al panorama mozzafiato offerto dalle terrazze panoramiche, da cui potrai ammirare la cittadina siciliana e la vallata sottostante.
Costruito fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, il complesso di Santa Maria della Croce rimane uno dei luoghi più suggestivi della città e arrampicarsi fin quassù è senz’altro una delle cose da fare a Scicli.
14Il parco archeologico di Chiafura
Ma Scicli non è solo arte e sfarzo. Pensa che appena fuori dal centro storico, fino agli anni 50, le grotte dei dintorni della cittadina erano ancora abitate da centinaia di persone, che vivevano in uno stato di indigenza inaccettabile. Solo l’intervento di una manciata di intellettuali, che accesero i riflettori su questa realtà, convinse la politica ad intervenire e a trovare sistemazioni più adeguate per questi sciclitani.
Abitate fin dai tempi più antichi, queste grotte si configuravano come delle vere e proprie abitazioni, dotate di forni, nicchie per le suppellettili e talvolta di mangiatoie per gli animali, nonché di piccole aree antistanti, adibite ad orti.
La storia delle grotte di Chiafura, però, inizia ben prima. Abitato nell’Età del Bronzo, utilizzato come cimitero nel periodo bizantino e divenuto quartiere urbano a partire dal secolo VIII, questo luogo conobbe diverse vicissitudini, prima di salire alla ribalta della cronaca come una vera e propria vergogna dei tempi moderni.
15Dintorni di Scicli: Ragusa e Modica
Scicli sorge nella splendida Val di Noto, quindi non deve meravigliarti il fatto che nei suoi dintorni vi siano altri luoghi da visitare. Ragusa è uno di questi, soprattutto se ti sei ormai innamorato della raffinatezza del barocco.
Suddivisa in Ragusa Superiore, la parte più moderna della città, e Ragusa Ibla, l’area medievale, la cittadina offre scorci indimenticabili e luoghi di interesse storico-artistico da non perdere. I suoi tre ponti le conferiscono il nomignolo di “città dei ponti” e attraversandoli potrai regalarti un colpo d’occhio strepitoso sulle vallate e le colline che caratterizzano questa inusuale cittadina.
Modica non è da meno. A pochi chilometri da Scicli, questa cittadina ti ammalierà con tutto il fascino suggestivo del suo centro storico, che si snoda intorno all’antico castello. Stradine tortuose, punteggiate da casette ben conservate, conferiscono al luogo un aspetto incantevole, che ti catapulterà in men che non si dica nel lontano Medioevo.
I posti da visitare a Scicli sono davvero molti e tutti valgono qualche minuto del tuo tempo. Un viaggio a ritroso nel lontano passato di una cittadina che oggi, a ragione, è ritenuta patrimonio dell’umanità, da salvaguardare e conservare per le generazioni future.